Presso la libreria Flaccovio di via Ruggero Settimo a Palermo, si è svolta la presentazione del libro di Lino Buscemi e Antonio Di Stefano: “Signor giudice, mi sento tra l’anguria e il martello. Stupidario – ma non solo – di Cosa Nostra”.
Il libro contiene una spassosa selezione di autentiche balordaggini (vere e proprie gag comiche), che svela l’altra faccia della Piovra; un sottobosco di boss illetterati e patetici padrini con le loro peregrine citazioni pullulanti di “prove scaccianti”, persone minacciate dalla “spada di Damacca” ma che a collaborare non hanno mai avuto il minimo “tintinna mento”.
Chi si aspettava la solita presentazione di libri, sbagliava previsioni, gli autori hanno utilizzato l’umorismo come strumento di comunicazione, e fra una battuta e l’altra, hanno affrontato un tema scottante come quello della mafia. Una prospettiva che fa del sarcasmo e dell’ironia il modo privilegiato per comunicare con il pubblico. L’ilarità si è diffusa contagiosa fra gli astanti e una volta tanto la mafia non ha fatto piangere, ma ha fatto ridere.
Antonio Di Stefano (Palermo, 1941), ha pubblicato tra gli altri: Dottore ho i dolori aromatici (Mondadori, 2000), Non prenda niente tre volte al giorno (con Pippo franco, Mondadori, 2002), Qui chiavi subito (con Pippo Franco, Mondadori, 2004), L’occasione fa l’uomo ragno (con Pippo Franco, Mondadori, 2007), L’ultimo chiuda la morta (con Lino Giusti, Novantacento, 2008).
Lino Buscemi, avvocato, docente di Comunicazione pubblica, giornalista pubblicista, dirigente della Regione Siciliana, già funzionario ispettore della Commissione Antimafia dell’ARS, è osservatore attento della realtà siciliana. Ha pubblicato numerosi saggi, monografie e articoli su argomenti di carattere sociale, storico e giuridico e per Navarra Editore ha già pubblicato Sconosciuti & Dimenticati. Monumenti, luoghi e personaggi di Palermo (2009).
Le foto sono di D. Giglio