Andrà in scena da venerdì 8 a domenica 10 giugno l’atteso musical “Salvatore Giuliano”, ultimo spettacolo del cartellone di prosa del Teatro Vittorio Emanuele di Messina.
Sabato e domenica è previsto un doppio spettacolo in maniera da garantire l’atteso musical ai cinque tradizionali turni degli abbonati, fermo restando il blocco degli spettacoli, sperando in un ripensamento della Regione che volga a consentire l’effettuazione degli spettacoli sospesi, si è riusciti in questa fase a salvare l’ultimo appuntamento della stagione di prosa.
Salvatore Giuliano è un musical di Dino Scuderi autore e musicista messinese. Nei ruoli principali Giampiero Ingrassia e Barbara Cola. La regia è di un altro artista messinese: Giampiero Cicciò. Gli altri interpreti sono: Perluigi Misasi, Luca Notari Piero Di Blasio, Andrea Spina, Stefania Fratepietro, Valentina Gullace, Carmelo Gerbaro Mazzone, Paolo Gatti, Laura Pucini, Elisabetta Tulli, Luciano Guerra, Francesco Di Nicola, Roberto Rossetti, Luca Di Nicolantonio, Rosario Gualtieri e Alessandro Marino.
Il musical divide la parabola di Giuliano in tre fasi: la prima – “da bandito a eroe” – ha come sfondo la rapida ed effimera ascesa del movimento separatista. La seconda – “da eroe a traditore” – ha come sfondo il conflitto di classe fra agrari e contadini, e la strage di Portella delle Ginestre. La terza – “la vittima del complotto” – ha come sfondo gli eventi che portarono alla “normalizzazione” della società siciliana e alla restaurazione di un blocco di potere conservatore, fondato sull’alleanza fra agrari, mafia e importanti “pezzi” dello Stato Italiano. Per cui, senza che ciò fosse una scelta programmatica degli autori, il racconto della storia di Giuliano è diventato il racconto di una pagina per certi aspetti ancora aperta della nostra storia. «Ho cercato di orientarmi – ha spiegato Scuderi – verso un soggetto che corrispondesse alla mia idea di creare uno spettacolo in cui la storia e la cultura del nostro Paese si fondessero con le ormai tradizionali caratteristiche di questo genere angloamericano. Ho cercato di far mia la mentalità degli autori di musical stranieri, soprattutto dei compositori più moderni, i quali da sempre hanno attinto dalla musica lirica e dalle arie tipiche italiane (con particolare riferimento a Puccini, Donizetti, ecc.), adattandola ai gusti e alle tendenze del proprio paese. Quindi, ho cercato di agire in modo esattamente contrario. Mi sono detto: nel cimentarsi in un musical nuovo, invece di prendere a modello in tutto e per tutto quello straniero, perché non salvarne solo le caratteristiche più importanti per adattarle alla nostra tradizione teatrale e musicale? Salvatore Giuliano mi ha permesso di rendere concrete queste premesse: non solo il personaggio evocava un fascino ancora vivissimo, ma tutto il contorno e l’ambiente mi aiutavano a creare, sia nelle melodie che nelle armonie, nelle orchestrazioni, nel linguaggio, nei personaggi e nelle ambientazioni, un prodotto molto “italiano”». «L’opera di Dino Scuderi su Salvatore Giuliano – scrive Giampiero Cicciò – è soprattutto una storia che parla della Sicilia. E la mia regia ha come intento primario quello di raccontare un momento storico fondamentale della mia isola già allora insozzata da sinistri rapporti tra mafia e potere politico. Quella del bandito Giuliano è una vicenda piena di misteri tuttora irrisolti. Ed è proprio la parola “mistero” che sarà alla base del mio lavoro di “ricostruzione” registica. Misteri, segreti, omertà, sospetti: tutto sarà immaginato, decifrato, intuito dal pubblico. Non per mancanza di coraggio da parte mia. Ma per la mancanza di una verità vera ancora adesso inseguita dagli studiosi. L’unica certezza su quell’infelice periodo siciliano, e su molti altri “misteri italiani” analoghi, la sintetizzerei con un antico proverbio africano: “Quando gli elefanti combattono è sempre l’erba a rimanere schiacciata”. E della strage di Portella delle Ginestre, ancora avvolta, appunto, nel mistero, sappiamo solo che ha alle spalle una lotta tra molti poteri, più o meno forti, che hanno combattuto le loro battaglie incuranti e sprezzanti della vita della popolazione più indifesa».
Scene di Andrea Bianchi/Forlani, costumi di Alessandra Benaduce, coreografie di Aurelio Gatti e luci di Umile Vainieri.
Il calendario, rimodulato, è il seguente:
Venerdì 8 giugno, ore 21.00 – Turno B;
Sabato 9 giugno, ore 17.30 – Turno C;
Sabato 9 giugno, ore 21.00 – Turno D;
Domenica 10 giugno, ore 17.30 – Turno E;
Domenica 10 giugno, ore 21,00 – Turno A.
Biglietti: platea 40 euro (ridotto 32), prima galleria 30 euro (23), seconda galleria 10 euro (8)