È Eugenio Baroncelli, con Mosche d’inverno (Sellerio) il vincitore del SuperMondello, il più ambito riconoscimento per l’Opera italiana del Premio Letterario Internazionale Mondello, promosso dalla Fondazione Banco di Sicilia. A decretare il supervincitore della trentasettesima edizione del Mondello, la somma dei voti della giuria dei critici e di quelli degli studenti delle scuole superiori di Palermo, coinvolti nella lettura dei testi grazie alla collaborazione dell’Associazione Teatro Scuola. Il risultato è stato reso noto questo pomeriggio nel corso della cerimonia di premiazione, in corso a Palermo.
Gli altri due scrittori vincitori per l’Opera di autore italiano in lizza per il SuperMondello erano Milo de Angelis con Quell’andarsene nel buio dei cortili (Mondadori) e Igiaba Scego con La mia casa è dove sono (Rizzoli).
Eugenio Baroncelli (1944) vive a Ravenna. Oltre a Mosche d’inverno, fra le sue opere ci sono Outfolio. Storiette scivolate dal quaderno durante un trasloco, 2005 e Libro di candele. 267 vite in due o tre pose (2008).
La morte come realizzazione perfetta della vita, è la chiave scelta da Baroncelli in questi fulminanti microracconti, per rievocare le circostanze pratiche e spirituali del trapassare di altrettanti protagonisti della storia, della mente, della cultura, della memoria personale e collettiva. Sono quindi tanatografie, per così dire, o biografie ironiche, colte, capziose, prese da un particolare della vita, come una tela si prende da un lembo, che nel caso è la morte; e anche quando questa è tanto oscura o luminosa quanto un personaggio è stato brillante o opaco, la morte si offre comunque, nel racconto, come un’impossibile chiarificazione. Perché ci interpella, riuscendo a opporre sempre il suo abissale punto interrogativo. Da Agrippa a Mae West, passando per centinaia e centinaia di ombre persistenti nell’immaginazione; schierate per voci: Cari agli dèi, Cuori infranti, Di cosa?, Di freddo, Di gioia, Di spada, Di un male, Fantasmi, eccetera fino a Vecchi. Ci vengono incontro, sono infatti i morti, pensa Baroncelli, a evocare noi.
Sempre durante la cerimonia di questo pomeriggio sono stati consegnati tutti i riconoscimenti, già assegnati ai vincitori dell’edizione 2011 del Mondello: a Javier Cercas, con Anatomia di un istante (Guanda), è andato il primo premio per l’Opera di autore straniero; il Premio Mondello per la Multiculturalità è stato consegnato alla scrittrice Kim Thúy, per Riva (Nottetempo); Claudia Durastanti, con Un giorno verrò a lanciare sassi alla tua finestra (Marsilio), si è aggiudicata il “Premio Mondello Giovani”, il nuovo premio, introdotto per la prima volta quest’anno e riservato agli autori in lingua italiana under 30; il Premio all’Intelligenza d’impresa (introdotto quest’anno per la prima volta), è andato a Enzo Sellerio, a cui è stata consegnata la speciale Targa Archimede; il Premio Speciale del Presidente della Giuria è andato al giornalista e scrittore Antonio Calabrò per Cuore di cactus (Sellerio) e infine, una Targa “Per non dimenticare” è stata attribuita alla memoria di Nicola Cattedra, giornalista e direttore de l’Ora, fra i protagonisti di un giornalismo nuovo e maestro di tanti giovani reporter.
Nel corso della cerimonia di premiazione, alcuni passi delle opere vincitrici sono stati letti dall’attore e regista Filippo Luna, che lo scorso anno si è aggiudicato il Premio promosso dall’Associazione Nazionale Critici di Teatro.
Anche quest’anno, come nelle due precedenti edizioni, il Premio Mondello ha preso il via al Salone Internazionale del Libro di Torino, con al centro una riflessione sul contributo fornito dall’arte e dalla grande letteratura siciliana all’Italia e all’unità del Paese. Su questo tema si è svolto Le molte Italie. La Sicilia, il dibattito promosso dal Premio Mondello e realizzato in partnership con il Salone del Libro, al quale hanno preso parte gli scrittori Roberto Alajmo e Pietrangelo Buttafuoco.