“Lavori in corso” di Claudio Fava chiude la Stagione di prosa 10/11 del Teatro Garibaldi di Modica.
Una riflessione sociale e politica che prende a pretesto lo Stretto di Messina, è il tema dell’ultimo spettacolo della Stagione di Prosa 10/11 della Fondazione Teatro Garibaldi: il 13 maggio l’appuntamento è con “Lavori in corso”, testo scritto da Claudio Fava e diretto da Ninni Bruschetta, portato in scena da David Coco, Maurizio Marchetti, Faysal Taher, Antonio Alveario, con le musiche originali eseguite dal vivo di Tony Canto.
Il testo di Fava non si addentra in letture che attengono alla progettazione tecnica e politica del ponte, ma sceglie di mostrare l’ombra di questo ponte, che si allunga inesorabile sulla tragedia dei popoli del Sud. “La costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina –spiega l’autore stesso- è una possibilità che da molti anni aleggia sul destino della città siciliana. Che il ponte venga fatto, iniziato o addirittura realizzato e portato a termine è un’ipotesi tanto lontana quanto incerta. E proprio per questo è evidente che ciò che davvero conta non è il ponte, ma l’idea del ponte. Non si tratta di un’idea di sviluppo, né tanto meno di progresso, non è l’aspirazione umana verso la grande opera d’ingegno, l’impulso del settore delle infrastrutture. E’ piuttosto l’idea di una continuità, di un consolidamento dell’asse impresa-politica-mafia, che ha reso potenti e temibili tanti, molti siciliani”.
In un contesto teatrale, si intrecciano fatti, episodi, storie che restituiscono la mostruosa rete di connivenza, la mentalità, l’assurda omertà che sostiene ormai storicamente il sistema politico-economico di gran parte della Sicilia e che fa di esso un sistema mafioso. Tutti ne fanno le spese: quelli che si schierano contro il progetto e per questo vengono perseguitati o uccisi e quelli che, ignari di tutto, periscono nella morsa delle conseguenze reali prodotte da questo sistema, come otto immigrati che andarono incontro alla morte su un treno siciliano, per la scellerata negligenza di un subappaltatore mafioso.
Da molti anni Claudio Fava nella sua opera e attività (teatrale, cinematografica, saggistica e letteraria) insiste su questo punto nodale: c’è una tolleranza nei confronti della mafia che arriva dagli ambienti più diversi, da quelli più miserabili a quelli più altolocati, dal Sud al Nord, dal mondo della politica a quello dell’informazione ed è questa tolleranza ciò che rafforza quotidianamente la mafia, che la rende impunita ed impunibile, inestirpabile.