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Fonda Azioni per Librino dà i numeri

Trecento residenti coinvolti in occupazione legale, tredici borse lavoro che in 4 casi si sono trasformate in veri e propri contratti di lavoro, 3 mila minori coinvolti in progetti educativi e formativi, trecento interventi in famiglie per fornire vestiario, alimenti, medicine e orientamento su servizi amministrativi e legislazione di settore. Centinaia  di interventi individuali con i ragazzini a rischio,  per diminuire la dispersione scolastica e la frequenza discontinua.

In foto :Vergato (in piedi), Ferrari Bravo, Scionti, Mancini, Sr Lucia, Tomasello

Sono i numeri presentati il 24 ottobre a Catania nel seminario organizzato da Confcooperative che concludeva “Fonda Azioni per Librino”, il progetto biennale messo a punto da nove enti, e finanziato da Fondazione con il Sud, per combattere la devianza, specie quella minorile, del quartiere-satellite di Catania dove vivono 60.000 persone. Gli enti coinvolti sono: Collegio Maria Ausiliatrice, le Associazioni Cospes Ciofs e Il Sentiero, le cooperative sociali Marianella Garcia e Centro Orizzonte, Confcooperative Catania e ACLI (Associazione Cristiana lavoratori Italiani), le parrocchie Resurrezione del Signore e Nostra signora del SS. Sacramento di Librino.

 “Non volevamo cambiare il mondo, ma certo Librino non è la stessa di tre anni fa”. Lo dice suor Lucia Siragusa, coordinatrice del progetto, salesiana dell’Istituto Maria Ausiliatrice che a Librino gestisce un frequentatissimo oratorio. “Abbiamo gettato un seme, lo stiamo vedendo crescere, ma occorre rendere sempre fertile questo terreno con il contributo fattivo delle istituzioni”. In tal senso si guarda con attenzione all’entrata in funzione dell’Ospedale San Marco, che farà da catalizzatore di servizi, e alla trasformazione del Palazzo di cemento,  covo di spaccio e malavita,  in sede di uffici comunali per creare una reale interazione con la città. Ad aprire il seminario “C’è un futuro per Librino? A quali condizioni?” – questo il titolo del convegno – la toccante testimonianza di Sandro Vergato, animatore, che proprio a Librino, dove ha dovuto traslocare adolescente, ha fondato nel 1989 Sorrisolandia, la cooperativa attiva nel settore dell’animazione e dello spettacolo. Sono seguiti gli interventi – moderati da Gaetano Mancini, presidente di Confcooperative, impegnata a favorire i progetti di auto imprenditorialità fra i giovani di Librino – di Rita Tomasello e Alessia Vecchio (Ciofs-Fp Sicilia, che hanno documentato l’attività con un accurato studio statistico), Don Enzo Giammello (salesiano, presidente della cooperativa Centro Orizzonte Lavoro che ha stilato un suo personale decalogo di “buone azioni” per Librino), Giuseppe Scionti (vice presidente della Cooperativa sociale Marianella Garcia che presto avvierà una comunità alloggio per minori a San Giorgio) Pietro Ferrari Bravo, direttore di Fondazioni con il Sud (da poco impegnata con un progetto ancora più imponente su San Cristoforo) e Antonietta Schembri, della Direzione Sviluppo Politiche Sociali del Comune di Catania che ha riferito dei progetti in corso su Librino da parte dell’Amministrazione comunale. Il presidente della Provincia Giuseppe Castiglione è intervenuto per un augurio di buon lavoro ai relatori. Un “Manifesto per Librino” condiviso dalle istituzioni e dalla comunità è la proposta di Pietro Ferrari Bravo che dice: “Lo sviluppo economico di un territorio garantisce il welfare. Ma è vero anche il contrario e dunque ognuno deve dare del suo”. Idea sottolineata anche da Gaetano Mancini: “Abbiamo sperimentato con successo delle buone prassi – dice Mancini – di cui sappiamo già non vedremo subito i frutti. E’ stata una sorta di “rivoluzione dal basso”, ispirata anche dalle parole di don Puglisi che incitava a ‘fare ognuno qualcosa per il territorio’. Ci auguriamo che le istituzioni sappiano raccogliere il testimone di Fonda Azioni e continuare il percorso insieme a noi valorizzando l’esperienza e il grande patrimonio di azioni e relazioni conquistato in questi anni”.

 
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