La prima di prosa al Teatro Garibaldi di Modica, quest’anno in clima natalizio, ha conquistato il sold out al botteghino e il pieno gradimento del pubblico, per un allestimento tutto siciliano di “Miseria e Nobiltà”, diretto da Nicasio Anzelmo che ha riadattato la celebre commedia di Eduardo Scarpetta.
Una storia che racconta un’ “Italietta” che parrebbe ormai scomparsa – ma che oggi è più attuale che mai – fatta di uomini e personaggi costretti a reinvertarsi ogni giorno per la sopravvivenza, sbarcando il lunario. Tutti i personaggi sono dipinti con tratti di Nobiltà, anche se immersi nella Miseria, divenendo esse stesse caratteristiche peculiari, intercambiabili e vive in ogni personaggio. Un’ambientazione vivace dove il “bianco e nero” è il confine della miseria e il “colore” è l’esplosione, il simbolo, l’emblema dell’italianissimo boom economico degli anni ‘50/’60. Uno sfarzo ostentato, dove ogni “sud” è “sud” del mondo. Uno spaccato culturale dove il dialetto è solo un mezzo di espressione del popolo e la lingua nazionale, palesemente storpiata, è solo un tentativo affettato e costruito di arrampicata sociale.
Tutti gli ingredienti tipici del teatro popolare appartengono a pieno titolo al testo, avvalendosi di una antica collaborazione tra i grandi attori e i grandi autori. Fra tutti, quella tra due icone del teatro del novecento italiano: Eduardo e Pirandello, che hanno tradotto nel proprio dialetto e portato sulla scena opere dell’altro.
Sul palco, inieme a Tuccio Musumeci e Marcello Perracchio, un folto cast formato da Margherita Mignemi, Massimo Leggio, Barbara Gallo, Egle Doria, Rossana Bonafede, Giuseppe Testa, Salvo Scuderi, Giorgia Migliore, Claudio Musumeci, Valentina Ferrante, Aldo Toscano, Plinio Milazzo.