Rosalba Mangione attraverso toni decisi e decisivi pare condividere il pensiero di Baudelair per cui la pittura è vocazione. Partendo da questo principio dipingere diviene un’opera magica il cui senso si può intendere solo come si intende la natura: come un vasto insieme di forme, sensi, profumi, colori. Lasciandosi guidare dalla passione per il rosso e il nero e trasportandosi di fronte ad una tela bianca, la Mangione vive per la pittura, unico spazio in cui davvero riuscire a trovarsi. Con riquadri cromatici tratteggiati da sobrie linee di demarcazione si assiste all’utilizzo di svariati toni, dal bianco al celeste, dal viola all’arancio, affiancati quasi per magia, dettati da un inconscio inspiegabile e alchimico. Incosciente di ogni creazione che compierà, la Mangione si affianca alla pittura per necessità interiore, spaesata davanti alla prima dimensione di una tela bianca, ma padrona non appena osserva i colori di fianco ad essa. Ogni opera terminata è il reale spazio della vita e non luogo della rappresentazione di una realtà esterna. Così, davanti ad ogni opera, si assiste ad una esecuzione che sprigiona una notevole carica vitale, risultato di una gestualità determinata e definita che si completa in un elegante gioco di toni riuscendo, con raffinatezza, a compiere immensi capolavori contemporanei.
Anna Soricaro
Il fiume giallo tecnica mista e olio